“Dove vai? Stiamo solo parlando!”.
Questa è una frase piuttosto comune durante i litigi. La urla il litigante più agguerrito verso quello che vorrebbe solo abbandonare la discussione.
È una frase un po’ ingenua, perché sottovaluta la forza delle parole e il dolore che possono causare. Sarebbe più corretto dire:
“Dove vai? Ti sto solo uccidendo!”
La violenza verbale nasce quando non c’è equilibrio tra le parti.
Tra due persone che litigano ce n’è sempre una più agguerrita dell’altra. Per lei non esiste alcun colpo proibito, le manca il senso del limite e la pietà per il più debole. Sono persone che non pensano alle conseguenze delle loro parole e che liberano tutta la rabbia che hanno dentro. Come se quei minuti fossero una parentesi dallo scorrere della vita che si può dimenticare come una frase tra parentesi poco importante.
Questa dinamica comunicativa disfunzionale è particolarmente tossica nelle coppie, dove la relazione sana prevede un equilibrio tra i partner e dove nessuno dovrebbe guardare l’altro dall’alto. Le conseguenze di non pensare alle conseguenze di quello che si dice sono devastanti.
Proprio a causa di questa devastazione, capita che il partner aggredito decida di ritirarsi e abbandonare la discussione.
Ogni volta che accade, qualcosa si rompe ed è difficile poi rimettere insieme i cocci.
Caratteristiche di chi si impone con la violenza verbale.
Le persone violente con le parole capiscono i punti deboli dell’altro e non esitano a usarli come arma. Questa capacità usata nel modo più scorretto non nasce dal niente, ma è sinonimo di intelligenza sociale. Non è raro che mostrino una doppia faccia. Brillanti nei contesti sociali, diabolici nelle discussioni private.
Sono persone che subiscono la pressione, si agitano e si scaldano. A quel punto faticano a controllarsi.
Attaccare verbalmente è una risposta istintiva che mettono in atto quando si sentono minacciati.
Riassumendo, chi attacca verbalmente:
– Ha un’elevata intelligenza sociale
– È una persona che subisce la pressione
– Fatica a controllare gli impulsi
Caratteristiche di chi è più vulnerabile all violenza verbale.
Le persone introverse sono le più vulnerabili alla violenza verbale. Basta che i toni della conversazione si scaldino e subito si sentono a disagio. La rabbia degli altri provoca negli introversi malessere fisico e scatena l’impulso irrefrenabile di fuggire.
Per accettare la violenza verbale serve un motivo. Quando non siamo in presenza di un legame artificiale come quello tra dirigente e collaboratore, dove il motivo del collaboratore che subisce è quello di non perdere il posto, è probabile che ci sia da parte di chi subisce qualche tratto dipendente.
Riassumendo, chi sopporta gli attacchi:
– È introverso
– Se sopporta più volte questo tipo di attacchi è probabile che sia dipendente
Gli effetti devastanti della violenza verbale.
La violenza verbale fa male, sia quando la relazione finisce, sia quando va avanti.
Se finisce bisogna affrontare il dolore della perdita, ma quando i casi di violenza verbale sono frequenti è senza dubbio la soluzione migliore.
Se continua dopo un caso di violenza verbale, la situazione è grave. Primo, perché se è successo succederà ancora, sempre più spesso. Secondo, perché la persona violenta dopo poco torna normale, ma non può cancellare quello che ha seminato durante le sue crisi d’ira.
Quello che crescerà da quei semi non piacerà a nessuno.