Ogni tecnica e ogni ricerca, come pure ogni azione e ogni scelta, tendono a un qualche bene, come sembra; perciò il bene è stato giustamente definito come ciò a cui tutto tende
Aristotele, Etica Nicomachea, Libro I, 1094
Articolo già pubblicato in due parti sul magazine karmanews.it nei mesi di maggio/giugno 2020
Premessa
Circa un terzo della nostra giornata la passiamo lavorando.
Durante questo tempo siamo in contatto con colleghi, clienti, superiori e dobbiamo anche fare i conti con noi stessi, le nostre paure, le nostre solitudini ed i nostri problemi, sia familiari che personali.
Il lavoro può essere l’ambiente dove ci possiamo affermare, fare carriera e qualche volta raggiungere la serenità economica, oppure é il luogo che di più di ogni altro, assomiglia all’inferno.
Di rado regna la serenità e l’armonia tra colleghi.
Il più delle volte ci sono attriti, aggressività, invidia, ansia per il futuro dell’azienda e per la salvaguardia del proprio posto di lavoro.
Non mancano le prepotenze e le ingiustizie inflitte gli uni agli altri.
Anche da parte dei dirigenti.
Talvolta si ha la sensazione che l’organizzazione sia come un teatro dove si inscena uno spettacolo simile a quello delle rappresentazioni teatrali dell’antica Grecia e dove ciascun attore indossa una maschera.
Persone che recitano una parte, il ruolo per cui vengono pagati, spersonalizzando se stesse, la propria natura nel nome del gruppo o anche soltanto, per compiacere il superiore.
In alcune di esse in effetti, si arriva a percepire un certo senso di comunità, di squadra, ma purtroppo il più delle volte prevale l’apparenza alla sostanza.
Per non parlare delle cosiddette “correnti” o “cordate” che si formano attorno a persone dotate di particolare carisma o ambizione personale, che invece di riunire, dividono, creano diffidenze reciproche e lotte intestine nel nome delle carriere.
È da almeno una ventina di anni che alcuni studi di management e di organizzazione aziendale si sono accorti che il dolore che pervade le organizzazioni non può essere ignorato, in quanto esso influenza in maniera determinante proprio quelle prestazioni che con tanta determinazione l’efficientismo razionale vuole perseguire.
Studi sulla leadership e sul rapporto ottimale
In particolare, a partire dagli anni ’90 fioriscono una serie di studi che sottolineano l’importanza di fare gruppo, che la leadership deve rispettare il collaboratore e che bisogna creare un ambiente positivo per fare il salto di qualità.
Un po‘ per volta prende corpo una riflessione intorno ad argomenti che apparentemente hanno poco a che fare con i parametri finanziari con cui solitamente viene valutata l’azienda.
Ci riferiamo ai valori e l’etica sul lavoro.
Man mano che prende piede questa nuova consapevolezza, ci si rende conto che i vecchi paradigmi che si focalizzano sulle analisi sui gruppi e sull’influenza che su di essi ha una leadership sempre in qualche misura mitizzata, prende piede una nuova visione, all’interno della quale il baricentro si sposta verso il rapporto tra leader e follower e quindi la relazione che si instaura tra i due.
Ma se la relazione tra i due diviene oggetto dell’indagine psicologica, che a nostro avviso mette in luce aspetti che precedentemente non venivano presi in considerazione, ci si accorge che c’è bisogno di altro per comprendere appieno certe dinamiche, ovvero ciò che a monte condiziona questo mondo.
Viviamo in un mondo evoluto in cui al collaboratore non si può più dire come una volta: «Fai il tuo lavoro, ti pago per farlo», «Questo è un ordine, eseguilo e basta», oppure «Se ti dico che devi farlo, devi farlo e basta».
Oggi siamo tutti consapevoli di essere individui, sentiamo di possedere una dignità e per prima cosa, pretendiamo di essere riconosciuti.
Ma per creare un ambiente di lavoro sereno, dove vige il rispetto per la persona non bastano più le regole.
Occorre altro.
Dove troviamo quest’altro?
È l’etica.
È vero che se ne parla sempre di più nel lavoro, negli affari, nell’economia: ma come possiamo definirla?
Procediamo con ordine.
Che cos’è l’etica? Partiamo dall’etimologia.
Etica deriva dalla parola greca ἠθικός (ethikos) che significa «che rappresenta il carattere di qualcuno», «che mostra il carattere morale di qualcuno» che a sua volta deriverebbe etimologicamente, secondo il vocabolario Liddel-Scott-Jones da ἦθος, (ethos) che sta sia per «covi o dimore di animali» ma anche, «abitudine», «usanza», «maniera», «comportamento».
Ma ἠθική (ethiké) ha anche altri significati, oltre a quello più scontato.
Come ἠθικός (ethikos) che sta per «ciò che individua il carattere di qualcuno», «ciò che lo rende distintivo» ma anche la sua «morale» che lo supporta, mentre nell’accezione di ἦθος (ethos), che ci aiuta ad avere una visione di insieme, vuol dire «consuetudine», «modo di parlare e di agire».
Ethos il quale a sua volta ci richiama alla mente il quasi omofonico αἴθω (aito), che vuol dire «accendere», «bruciare» ma soprattutto, «risplendere», «brillare», In altre parole rendere visibile.
Ma la cosa interessante a nostro avviso, è che aito, sempre secondo i vocabolari da noi consultati, costituisce la radice etimologica di αἰθήρ (aither), un sostantivo dal quale proviene il termine italiano «etere», il quale significa «l’aria pura – quella più elevata», «il cielo degli dèi».
Come a dire che l’etica è collegata a dei principi primi elevati, quasi che provengano dall’alto dei cieli e quindi da una fonte religiosa.
Èd a pensarci bene, soprattuto in passato, l’etica è sempre venuta dalle religioni, da principi di fede ma che contenevano anche prescrizioni atte a regolare la convivenza civile, divenendo a sua volta, il fondamento della legislazione civile.
Ma quali sono le divinità dell’antica Grecia che rappresentano e sono la fonte simbolica delle leggi dei popoli che si affacciavano sul Mar Egeo?
Ebbene ce ne sono due.
La prima é Δίκη (Dike), la dea della giustizia, delle leggi umane, ovvero di quell’insieme di precetti che uno stato si impone per garantire ordine e giustizia.
Ma a ben notare, la dea Δίκη (dike) é a sua volta, la figlia di Zeus, Giove per i romani e di Θέμις (Temi), una dea appartenete al gruppo dei cosiddetti Titani.
Il nome della madre di Dike pertanto, e probabilmente non è un caso, deriva dal sostantivo θέμις – temis, che significa «legge», «diritto», «giudizio»,«tribunale», «pena», ma anche «legge divina» e, la cosa di conseguenza non ci dovrebbe stupire molto, da «oracoli, ovvero «i discorsi che vengono «dall’alto».
Riassumendo, mentre Dike è la legge dell’uomo, che fornisce gli archetipi delle norme che regolano la convivenza civile, Temi, la madre, ovvero colei da un punto di vista archetipico e quindi secondo il modello filosofico di Platone prima e di Plotino poi, rappresenta l’ipostasi, ovvero, il principio che sta a monte o, meglio, da cui procede, la legge degli uomini.
È come se l’etica, «suggerita» dall’alto, ricollegasse l’uomo all’armonia che regnerebbe nel mondo dei principi primi. (Che la vita degli dèi fosse disordinata e litigiosa è risaputo).
Cosa c’entra questa premessa con l’etica come oggi viene intesa all’interno delle aziende?
Tornando a noi, viviamo in un mondo dove le aziende nella stragrande maggioranza dei casi, interpretano l’etica come se fossero, lo diciamo in maniera allegorica, “adoratori” della dea Dike.
Intendiamo dire che esse applicano correttamente le leggi, le regolamentazioni e le normative dell’ambito lavorativo.
Ma “onorare” la dea Dike non é sufficiente.
Non basta seguire le leggi per eliminare dalle aziende l’invidia, l’ingiustizia, la prevaricazione e per portarvi armonia e serenità.
Per cambiare paradigma ci sarebbe bisogno di una coscienza, che faccia riconoscere a ciascuno di noi che al di fuori del nostro Ego esistono altri individui, ciascuno dotato della propria dignità.
E la dignità, come è facile comprendere, afferisce a dei principi che sono più elevati di una norma giurisprudenziale che riguarda i diritti delle persone
Non c’è norma o legge che ce lo possa spiegare
Stiamo parlando di idee, concetti che prendono forma solo per mezzo di una riflessione empatica nei confronti dell’altro, che nel nostro caso è il collega.
Questo tipo di etica, che proviene dall’interno di noi, è una sorta di intuizione che non si può insegnare, né tantomeno imporre per legge.
È qualcosa di più di non rubare, di pagare puntualmente le tasse, di riconoscere i diritti sindacali dei lavoratori.
Etica nel lavoro vuol dire la consapevolezza, il rendersi conto che dall’altra parte c’è qualcuno dotato di emozioni e sentimenti che possiedono la medesima dignità dei nostri e coi quali dobbiamo fare i conti se vogliamo creare un ambiente lavorativo, almeno idealmente, disteso.
Autore: Massimo Biecher
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Bibliografia:
Massimo Biecher (2014), Leadership ed emozioni. Pubblicato sul n°246 della rivista Nuova Atletica e ripubblicato su sygmund.it (https://sygmund.it/notizie/leadership-ed-emozioni-parte-1/, https://sygmund.it/notizie/leadership-ed-emozioni-parte-2/, https://sygmund.it/notizie/leadership-ed-emozioni-parte-3/)
Gian Piero Quaglino (1996), Psicodinamica della vita organizzativa, Raffaello Cortina editore
Gian Piero Quaglino (2005), Leadership, Raffaello Cortina editore
Gian Piero Quaglino (2004), Avere Leadership, Raffaello Cortina editore
Maurizio d’Ambra (2004), Comunicazione e personalità, Zelig editore
Manfred Kets de Vries (2017), Successi e fallimenti della leadership, Edizioni FS
Manfred Kets de Vries (1995), Leader, giullari ed impostori, Raffaello Cortina editore
Daniel Goleman (1996): “Intelligenza emotiva” – Rizzoli editore
Daniel Goleman (1998): “Lavorare con intelligenza emotiva” – Rizzoli editore
Hyrum Smith (2004), Quel che conta davvero, Franco angeli
Aldo Carotenuto (2003), Il tempo delle emozioni. Bompiani
Hertzfeld, Andy (2005), Revolution in the Valley: The Insanely Great Story of How the Mac was Made. Oreilly
Stephen Covey (1989), Le sette abitudini delle persone altamente efficaci. Franco angeli
Robert Piersig (1988), Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta. Adelphi
Lindholm, F. Stokholm, L. Previ (2012): Lego story. Egea.
Francesco Perri – Dizionario di mitologia – Classica Garzanti 1970Karoly Kerenyi – “Gli dei e gli eroi della Grecia” Il Saggiatore 2015Enciclopedia Garzanti di Filosofia e Linguistica EpistemologiaVocabolario online Liddel Scott Jones Greco – LSJ.grVocabolario on Line Dizionario Greco Antico Olivetti e Mitologia Greca a cura di E. Olivetti (II edizione 2015)Vocabolario della Lingua Greca di Franco Montanari – Loescher editore, II edizione 2004The Collected Works of C. G. Jung, second edition, Copyright Princeton University Press, 1970“L’uomo ed i suoi simboli” a cura di C. Jung, Raffaello Cortina editore 1983