Leadership ed emozioni – Parte 3

leadership 3

Che nesso c’è tra le emozioni e la leadership efficace? 

E’ possibile guidare se stessi e gli altri, pensando di ignorare le dinamiche interne dell’anima ?

In questo articolo parleremo di come le emozioni siano una componente basilare dell’individuo e di come essa svolga un ruolo importante nella relazione in genere e nello specifico tra leader e follower.

6 – La relazione leader e follower consapevole del potere delle emozioni

Significa innanzitutto accettare chi ci sta di fronte per quello che é, e nel contempo, tenere conto di un’altro assunto della psicologia junghiana, che a prima vista potrebbe apparire contraddittorio o bizzarro ovvero, che quando troviamo qualcosa di detestabile in qualcuno, in realtà la critica è rivolta, senza esserne consapevoli, anche e soprattutto a quegli aspetti del suo carattere che sono simili ai nostri ma con i quali, o non abbiamo ancora fatto pace, o semplicemente, non sono ancora emersi dal magma caotico ed indifferenziato del nostro inconscio.

Per lungo tempo, si é creduto che bastasse acquisire una buona cultura generale per essere tolleranti, per accettare chi  da un punto di vista caratteriale é diverso da noi.

In realtà dietro al rifiuto di accettare una persona o al pregiudizio nei suoi confronti, non c’è soltanto un condizionamento culturale, ma anche e soprattutto un influenza esercitata dal mondo interiore che è rappresentato dalle emozioni.

Tutto ciò che degli altri ci irrita può portarci alla comprensione di noi stessi.

C.G. Jung (psicoanalista)

Anche se questo ragionamento può sembrare assurdo, come é possibile infatti, “che dentro di me ci sia un aspetto che io detesto ? “, esso ci appare più comprensibile se pensiamo che, così come un diapason in quiete può risuonare anche quando glie ne viene posto accanto uno che si trova già in stato di vibrazione, parimenti, quando qualcosa di indefinito dell’altro ci dà particolarmente fastidio, è il segnale che ci dovrebbe suggerire che dentro di noi, convive un aspetto molto simile.

E per capire in che modo le emozioni ci condizionino e di come a causa loro, ci relazioniamo con gli altri, per esempio i nostri collaboratori, é importante dare inizio ad una riflessione riguardo il proprio mondo interiore.

Anche quelli più oscuri intendiamoci, di quei lati che la psicoanalisi junghiana definisce la nostra “ombra” e che consiste sia in tutto ciò che ancora non è emerso nella parte conscia, sia da quello che nella letteratura é descritta molto bene dalla figura del personaggio del romanzo “Lo strano caso del dr. Jekyll and del signor Hyde” , dove Hide in inglese, significa appunto, “nascosto”, ovvero, il lato nascosto di chi di giorno curava i malati e salvava le vite, mentre di notte si trasformava in un personaggio sadico e malvagio.

L’uomo sano non tortura gli altri, in genere è chi è stato torturato che diventa torturatore.

C.G. Jung (psicoanalista)

Perché conoscere se stessi è un buon modo per iniziare a comprendere anche gli altri e che ci permette di acquisire col tempo un’altra qualità, talvolta sottovalutata, ma da noi ritenuta altrettanto cruciale in ambito lavorativo.

Stiamo parlando dell’astensione dal giudizio.

L’astensione dal giudizio non è solamente un concetto astratto, ma qualcosa che influisce in maniera determinante e positiva sulla motivazione e quindi sulla prestazione del collaboratore, perché anch’egli e talvolta più di noi, é dotato di empatia e pertanto in grado di “percepire” se abbiamo fiducia di lui o se siamo prevenuti nei suoi confronti. 

Ed è importante che questo spirito sia sincero e non costruito, perché nel secondo caso l’incongruenza tra ciò che diciamo e come lo diciamo, verrebbe svelata ed interpretata come un tentativo di manipolazione.

Purtroppo, non é sufficiente frequentare un corso che ci insegna ad entrare in sintonia con l’altro, per esempio mediante tecniche di ricalco posturale, perché, se non siamo eccellenti attori, veniamo subito smascherati dall’inconscio altrui e tutto quello che diciamo, da un certo momento in poi finisce di perdere ogni credibilità.

Anzi, cogliamo l’occasione per riflettere sul fatto che, quand’anche fossimo dei professionisti della recitazione, dobbiamo ammettere per forza di cose che i nostri rapporti con gli altri non sarebbero basati sulla sincerità, ma sull’ipocrisia. 

E quindi, estendendo il ragionamento, dovremmo affermare che “in primis” non saremmo onesti con noi stessi e si verrebbe a creare uno scollamento sostanziale tra quello che diamo a vedere e quello che siamo veramente.

Quante volte ci è capitato dire di una persona, all’apparenza simpatica e gentile, dire che “.. però ha un qualcosa che non mi convince”, oppure che ci appare “viscida”, “costruita”, “non genuina” od  “inafferrabile” ?

Ci farebbe piacere che pensassero le stesse cose anche di noi ?

Perché il linguaggio delle emozioni, che si manifesta tramite il linguaggio del corpo, ci tradisce sempre

Dischiudere a noi stessi il nostro mondo interiore, quello inconscio, ci aiuta a capire chi siamo veramente e quindi a scoprire che, sebbene ogni individuo sia una creatura unica e speciale, siamo tutti “guidati” dalle medesime leggi universali.

Ecco che iniziando a prestare ascolto alle nostre emozioni e a darle sempre più spazio, si fa strada un nuova sensibilità e di conseguenza, comprendiamo quanto esse orientino il modo in cui affrontiamo la vita e fino a che punto esse sono in grado di condizionare le nostre scelte e decisioni.

Anche quelle lavorative.

Esse sono onnipresenti, scelgono per noi durante i nostri acquisti, ma ci guidano senza che ce ne accorgiamo anche nella scelta dei nostri partner, dei nostri collaboratori, dei nostri studi, degli obiettivi che ci poniamo e dei rischi che siamo in grado di assumerci sulla vita o sul lavoro.

Spetta a noi mediante un indulgente lavoro di introspezione renderci consci della loro influenza.

Io non voglio essere alla mercé delle mie emozioni. Io le voglio usare, divertirmi con loro e dominarle.

Oscar Wilde – Il ritratto di Dorian Gray

7 – Il segreto per integrare le emozioni a lavoro ? Umiltà, umanità ed umorismo.

Abbiamo qui appena iniziato a scoprire che le emozioni sono un universo complesso ed articolato.

Non basta un breve testo come questo per spalancarne le porte e per intraprendere un cammino verso la scoperta di quanto sia ricco ed articolato il mondo che si cela dentro ciascuno di noi.

Fare questa ricerca é sicuramente impegnativo, ma il risultato sarà certamente appagante.

È vero che scendere negli abissi della nostra anima può darci all’inizio una sensazione di smarrimento.

E’ comprensibile infatti, di aver paura di scoprire che da qualche parte internamente, si annidi magari un signor Hyde, tenuto a bada solo dall’educazione e dall’autocontrollo. 

Ma forse, é probabile che il nostro lato scuro non sia poi così sinistro e pericoloso.

Oppure di temere che esista un aspetto del nostro carattere che possa risultare sgradevole alla vista degli altri.

Che poi ci domandiamo se in realtà, sia veramente così..

Pensiamo per esempio a tutte quelle volte che ci siamo stupiti di quando qualcuno si è rivolto a noi dicendo ci che eravamo interessanti proprio grazie a quegli aspetti della nostra personalità che invece ci parevano di poco conto, se non addirittura imbarazzanti.

Ma al ritorno da questa ricerca, saremo totalmente rinnovati e rinforzati nella consapevolezza di quello che siamo e valiamo.

Vi invitiamo ad osservare e riflettere infine, che abbiamo evitato consapevolmente di usare il termine “cambiati”.

“Γνῶθισεαυτόν” – Conosci te stesso 

Iscrizione ritrovata presso il tempio di Apollo a Delfi

C’è chi chiama questo percorso, un cammino in discesa, che però non va inteso come un sentiero facile, ma nel senso che esso é più simile all’esplorazione di uno speleologo all’interno della terra ed il cui premio finale sarà il dono dell’umiltà.

Soffermiamoci per un momento su di essa che essendo considerata una virtù, viene assimilata alle cose eteree, celesti ed irraggiungibili, ma che invece, se intesa nel suo significato metaforico, dovrebbe entrare a far parte della cassetta degli attrezzi del leader efficace.

Fatta la premessa che, in questo contesto stiamo privilegiando l’interpretazione figurata rispetto a quella letterale, umiltà deriva etimologicamente dal latino “humilis” cioè basso, vicino al suolo e dal sostantivo “humus” che sta’ per suolo o terra.

Ma questi sono gli stessi vocaboli che fornirebbero la radice al temine umorismo che quindi, metaforicamente parlando, indicherebbe la capacità di vedere con distacco ciò che sta in basso, ciò che c’è sotto o ciò che si nasconde in profondità.

Ecco allora che per umiltà, non si intende quell’attitudine autolesionista che farebbe di noi una persona che ha poca stima di se’, non conscia del proprio valore e dei propri meriti, bensì la consapevolezza che sviluppa colui che, avendo compiuto un viaggio verso il centro della terra interiore, acquisisce una nuova facoltà: l’umanità.

Perché, come dice Manfred Kets De Vries, professore presso l’Harvard  Business School, docente presso l’INSEAD, e l’Università di Amsterdam:

« Umiltà, Umanità ed Umorismo, sono le vere doti di un leader. »

Autore: Massimo Biecher
Profilo Linkedin

Bibliografia essenziale:

  • Aldo Carotenuto (1993):   I sotterranei dell’anima   – [Già il titolo ci fa intuire come dentro di noi ci sia un tesoro tutto  ;
  • Aldo Carotenuto (1999):   Attraversare la vita   – [un testo che ci aiuta a comprendere le dinamiche che stanno sotto i nostri comportamenti e cosa nutre e soddisfa la nostra esistenza]  ;
  • Aldo Carotenuto (2003):   Il tempo delle emozioni   – [Un trattato di facile lettura che ci interroga su cosa sono emozioni e sentimenti e come influenzano la nostra vita]  ;
  • Alistair Castagnoli – Blog: The Science of Sport (http://theconsultingcoach.blogspot.com) Basketball and Consulting Sport Coach, Athletic Trainer, Scienze Motorie Doctor.;
  • Bass (1985) – Leadership and performance beyond expectations ;
  • Bob Briner (1987)  Gesù come manager  (1987) [Gesù considerato come modello di leader. Analisi dei comportamenti per essere un leader efficace. Considerazioni su come la mancanza del giudizio aiuti i cambiamento interiore] ;
  • Dale Carnegie & Associates (1993) – Scopri il leader che é in te. [Non si tratta di un testo che fornisce una lista di precetti da seguire o linee guida da rispettare per essere un buon leader, ma fornisce spunti di riflessione partendo dalla constatazione che le tecniche di comando che funzionano meglio sono quelle coltivate all’interno di noi stessi. Si tratta perciò di scoprire chi si é e cosa si desidera veramente] ;
  • Daniel Goleman (1996):   Intelligenza emotiva   – [probabilmente il primo autore ed il primo libro che denunciando i limiti della visione secondo cui l’intelligenza sia un concetto puramente legato al lato razionale dell’individuo e che spiega come siano le emozioni a condizionare in maniera determinante l’intelligenza e le motivazioni delle persone]  ;
  • Daniel Goleman (1998):   Lavorare con intelligenza emotiva   – [é la continuazione del testo precedente con riferimenti espliciti al mondo del lavoro e dello sport]  ;
  • Daniel Goleman (2000) – Lavorare con intelligenza emotiva;
  • Edward de Bono (1970) – Creatività e pensiero laterale. [Talvolta l’approccio analitico e rigoroso non ci porta a prendere le decisioni giuste. L’uso del pensiero laterale ci permette di trovare soluzioni inaspettate e creative] ;
  • Edward de Bono (1999) sei cappelli per pensare [l’autore propone un metodo molto usato in passato in alcune riunio- ni dai top management di grandi aziende, che consiste nel tenere riunioni efficaci e senza attriti bypassando pregiudizi ed emozioni, con un metodo che aiuta a sdrammatizzare i momenti di tensione e di incomprensione] ;
  • Gian Piero Quaglino (1996) – Psicodinamica della vita organizzativa – [Libro che svela che al di là di quello che abbiamo sempre creduto, le organizzazioni umane sono il luogo dove ogni individuo porta la sua storia personale, i suoi dolori, le sue nevrosi.] ;
  • Gian Piero Quaglino (2004) –   Avere Leadrship – [storia e classificazione dei più noti stili di leadership] ;
  • Gian Piero Quaglino: Leadership [2005] ed. Cortina. Harward Business Review: vari articoli dedicati al tema della leadership. ;
  • Hyrum Smith (2000):  Quello che conta davvero. Come focalizzare le priorità e centrare gli obiettivi  – Franco Angeli Steven Covey (1998):  Le 7 abitudini delle persone efficaci  – Frano Angeli;
  • Jerry Richardson (2004):   Introduzione alla PNL   – [é un testo introduttivo sulla tecnica del ricalco, ovvero entrare in sintonia con l’altro mediante l’uso consapevole del linguaggio del corpo]  ;
  • John P. Kotter (1995) – Guidare il cambiamento [articolo pubblicato su Harvard business review e precursore del te- sto sopra citato. Esso delinea gli 8 fattori critici di successo nelle aziende] ;
  • John P. Kotter (1996) – Leading Change – Guidare il cambiamento. [diventato ormai un motto di successo, un testo considerato la   bibbia   nelle scuole di leadership]  ;
  • John P. Kotter (1999) – What leaders really do ;
  • LaGassey, G. C. : [2000]. Laying track from the cowcatcher of the bullet train. Paper presented at Project Management Institute Annual Seminars & Symposium, Houston, TX. Newtown Square, PA: Project Management Institute. Su leadership e Project Management ;
  • M. Lindholm, F. Stokholm, L. Previ (2012):  Lego story  – Egea.;
  • Manfred Kets de Vries – Leader, giullari e impostori [1996] – ;
  • Manfred Kets de Vries (1984)   L’organizzazione nevrotica: una diagnosi in profondità dei disturbi e delle patologie del comportamento organizzativo    ;
  • Manfred Kets de Vries (2005)   La mistica della leadership    ;
  • Marco Pacori (2003):   Come interpretare i messaggi del corpo   – [Quello che non diciamo con le parole, lo esprimiamo con il linguaggio del corpo. Testo affiancato da fotografie che ci aiutano a capire esattamente cosa intende l’autore]  ;
  • Mario Perini: Leadership e responsabilità – Relazione per il Convegno di Mito & Realtà  Dimensioni della responsabilità nei curanti e negli ospiti delle Comunità Terapeutiche e delle strutture intermedie  (Milano, 8 novembre 2008). [ pubblicata su academia.edu : https://www.academia.edu/1599767/ LEADERSHIP_E_RESPONSABILITÀ ] ;
  • Maurizio D’Ambra (2004):   Comunicazione e personalità – Come leggere le emozioni ed il carattere di noi stessi e degli altri, per persuadere nella vita sociale e nelle professioni    ;
  • Max DePree (1989) – Leadership is an Art;  ;
  • Otto F. Kernberg (1980) Teoria della relazione oggettuale e clinica psicoanalitica. – [Se mi si consente di riassumere in maniere sintetica ed un po’ brutale (non me ne vogliano gli esperti del settore) la suddetta teoria afferma che il bam- bino nei primi 3 anni della sua vita si confronta con due figure di riferimento, i genitori, che rappresenteranno per il resto della sua vita il modello interiore simbolico di quello che saranno per lui le relazioni future, ovvero di sperimen- tare sentimenti, emozioni ma anche frustrazioni che forniranno i vissuti emotivi di base per mezzo dei quali codificherà ed interpreterà in funzione di essi, ogni relazione futura] ;
  • Robert Dielenschneider [1991],  Power ed influence  – ed. Bompiani con il titolo di  Esercizio del potere e arte della persuasione  ;
  • Robert Pirsig (1981 – ed. italiana)   Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta   – Adelphi Edizioni.  ;
  • Russell D. Archibald (2004):  Project management. La gestione di progetti e programmi complessi  – Franco Angeli.;
  • Russell D. Archibald [2004):  Project management. La gestione di progetti e programmi complessi  – Franco Angeli. ;
  • Siddon S., Nickson D. (2003):  La gestione dei progetti. Guida operativa al project management  – Franco Angeli.;
  • Steven Covey: (1998) Le 7 abitudini delle persone efficaci – [Per essere leader efficaci bisogna prima essere leader di se stessi. Questo libro pone molte domande e ci aiuta a scoprire chi siamo, a meditare su quali sono i valori che stan no alla nostra base, come usiamo il nostro tempo e come il tempo, che é influenzato dai nostri valori può essere tra- sformato da tiranno in mezzo che rende possibile la nostra crescita e la nostra evoluzione] ;
  • Stodgill (1948)   Personal factor associated with leadership; a self-concept theory   Kets de Vries (1993)   Leader, giullari ed impostori   – Cortina ed.  ;
  • Sun-Tsu:  L’arte della guerra  – Edizioni Mediterranee 2002;
  • Valerio Bastianelli – Che fine hanno fatto gli Asburgo? [pubblicato su https://buntekuh.it/storia-societa/che-fine- hanno-fatto-gli-asburgo/ il 22 gennaio 2017] ;

Sulle ricerche più aggiornate sulla leadership é interessante la rivista periodica Harvard Business Review fondata nel 1922 e gestita dalla Harvard Business School, università che é da sempre fucina di manager nonché studi e libri sul- l’argomento business, aziende e leadership.

Iscriviti alla nostra newsletter

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Sygmund