Leadership ed emozioni – Parte 2

leadership 2

Che nesso c’è tra le emozioni e la leadership efficace? 

E’ possibile guidare se stessi e gli altri, pensando di ignorare le dinamiche interne dell’anima ?

In questo articolo parleremo di come le emozioni siano una componente basilare dell’individuo e di come essa svolga un ruolo importante nella relazione in genere e nello specifico tra leader e follower.

4 – L’empatia: alleata delle relazioni efficaci

L’empatia consiste nel saper cogliere, afferrare il mondo emozionale dell’altro, di percepirne i moti interiori ed i sentimenti. 

Tutto ciò che insomma, ha ben poco a che vedere con il mondo della logica e della razionalità.

Iniziamo con l’osservare che la capacità di sintonizzarsi sulle emozioni altrui é sviluppata più nelle donne che negli uomini perché, come abbiamo visto, é compito della madre prendersi cura del neonato in quanto, coglierne il linguaggio non verbale, è una questione di vitale importanza.

Ma anche gli uomini, non tutti in egual maniera, sono dotati di questa medesima capacità che é fondamentale a prescindere per instaurare relazioni sociali soddisfacenti.

Perché, se da un lato é vero che affinché lo scambio di idee sia produttivo é indispensabile possedere l’abilità di parlare e di saper esporre con chiarezza le proprie idee in pubblico, ma affinché essa sia anche persuasiva e convincente é imprescindibile entrare in sintonia con l’universo dell’anima del nostro interlocutore.

Ogni emozione è un messaggio, il nostro compito è ascoltare…

Gary Zukav (divulgatore scientifico e coach)

A nostro avviso per convincere un collaboratore, non é sufficiente studiare od elaborare tecniche di comunicazione verbali e “body languages” appropriati ad ogni situazione, ma é anche necessario prendere coscienza di quanto le dinamiche del profondo degli esseri umani influiscano, sia sulla qualità della trasmissione, che sulla comprensione dell’argomento.

Perché esiste sempre un significato sottinteso che vaal di là” di quello che volevamo esprimere verbalmente e che viene percepito da ognuno dei nostri interlocutori in maniera completamente diversa.

Infatti se é ormai acquisito che durante una conversazione possano avvenire sia equivoci causati da errori di pronuncia, che quando sono inconsapevoli sono detti lapsus freudiani, sia da interferenze esterne come il rumore, ben sintetizzato dal modo di dire “capire fischi per fiaschi..”, meno scontata invece, é l’influenza che le emozioni hanno quando si tratta di attribuire ad un’espressione verbale un ben determinato significato.

Il detto “mai parlare di corda in casa dell’impiccato” descrive bene questo concetto.

Un termine che per qualcuno rappresenta uno strumento di lavoro e per un’altra persona evoca emozioni legate a spensierati giochi infantili, purtroppo a certuni, potrebbero evocare fatti tragici legati alla propria vita familiare, facendo rivivere le stesse sensazioni di tristezza, di dolore e lutto che aveva provato a suo tempo.

Perché ad ogni parola noi associamo un’emozione e ciascuno di noi lo fa in maniera unica, in un modo che dipende dal proprio vissuto esperenziale.

E’ grazie all’empatia se riusciamo a metterci in sintonia con il mondo interiore del nostro collaboratore e a far si che la l’interlocuzione sia più efficace e meno condizionata da sentimenti che evocano stati d’animo che possono “inquinare” il reale contenuto del messaggio.

Quando é il momento che le decisioni e le azioni prendano forma, i sentimenti contano almeno quanto il pensiero razionale e spesso anche di più.

Daniel Goleman (psicologo e scrittore)

5 – Leadership ed indulgenza: chi l’avrebbe mai detto ? 

Ma esiste un aspetto dell’empatia che è importante nella stessa misura, che consiste nell’attitudine di saper ascoltare i sentimenti dentro di noi, per capire chi siamo veramente e che, quando questo ascolto é onesto e sincero, ci insegna ad essere più indulgenti sia nei confronti di noi stessi che degli altri.

L’indulgenza di cui stiamo parlando, non ha nulla a che vedere con il perdono.

L’indulgenza, che deriverebbe secondo un’interpretazione simbolica, dal latino “indulgentĭa” a sua volta composto da “in”, cioè verso e dal verbo”dulcāre” che significa addolcire, sarebbe quell’arte che consiste nel saper vedere negli altri, come in se stessi, sempre il lato più dolce, ovvero quello migliore.

Un primo effetto é che col tempo grazie ad essa, impariamo ad astenerci dal giudizio, ovvero a comprendere che i nostri pensieri e le nostre azioni, come quelli di chi lavora a nostro fianco, si fondano sempre su dei buoni motivi, che dipendono, ovviamente, dal vissuto di ciascuno e da come gli obiettivi lavorativi impattano sulla propria autostima.

Questo tipo di consapevolezza, che si acquisisce solo col tempo, ci mette in condizione di collaborare alla creazione di un ambiente di lavoro, che sia produttivo ma allo stesso tempo sereno.

A chi piacerebbe lavorare in un ambiente eccessivamente competitivo e perennemente sottoposto a stress di ogni genere?

Costruire e mantenere un clima emozionale positivo dovrebbe essere la prima preoccupazione di chiunque gestisca un team, sportivo od aziendale che sia.

Paolo Trabucchi (psicologo e sportivo, fondatore della teoria della resilienza nello sport)

Ma cosa significa in concreto?

Lo vedremo nella terza ed ultima parte

Autore: Massimo Biecher
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Bibliografia essenziale:

  • Aldo Carotenuto (1993):   I sotterranei dell’anima   – [Già il titolo ci fa intuire come dentro di noi ci sia un tesoro tutto  ;
  • Aldo Carotenuto (1999):   Attraversare la vita   – [un testo che ci aiuta a comprendere le dinamiche che stanno sotto i nostri comportamenti e cosa nutre e soddisfa la nostra esistenza]  ;
  • Aldo Carotenuto (2003):   Il tempo delle emozioni   – [Un trattato di facile lettura che ci interroga su cosa sono emozioni e sentimenti e come influenzano la nostra vita]  ;
  • Alistair Castagnoli – Blog: The Science of Sport (http://theconsultingcoach.blogspot.com) Basketball and Consulting Sport Coach, Athletic Trainer, Scienze Motorie Doctor.;
  • Bass (1985) – Leadership and performance beyond expectations ;
  • Bob Briner (1987)  Gesù come manager  (1987) [Gesù considerato come modello di leader. Analisi dei comportamenti per essere un leader efficace. Considerazioni su come la mancanza del giudizio aiuti i cambiamento interiore] ;
  • Dale Carnegie & Associates (1993) – Scopri il leader che é in te. [Non si tratta di un testo che fornisce una lista di precetti da seguire o linee guida da rispettare per essere un buon leader, ma fornisce spunti di riflessione partendo dalla constatazione che le tecniche di comando che funzionano meglio sono quelle coltivate all’interno di noi stessi. Si tratta perciò di scoprire chi si é e cosa si desidera veramente] ;
  • Daniel Goleman (1996):   Intelligenza emotiva   – [probabilmente il primo autore ed il primo libro che denunciando i limiti della visione secondo cui l’intelligenza sia un concetto puramente legato al lato razionale dell’individuo e che spiega come siano le emozioni a condizionare in maniera determinante l’intelligenza e le motivazioni delle persone]  ;
  • Daniel Goleman (1998):   Lavorare con intelligenza emotiva   – [é la continuazione del testo precedente con riferimenti espliciti al mondo del lavoro e dello sport]  ;
  • Daniel Goleman (2000) – Lavorare con intelligenza emotiva;
  • Edward de Bono (1970) – Creatività e pensiero laterale. [Talvolta l’approccio analitico e rigoroso non ci porta a prendere le decisioni giuste. L’uso del pensiero laterale ci permette di trovare soluzioni inaspettate e creative] ;
  • Edward de Bono (1999) sei cappelli per pensare [l’autore propone un metodo molto usato in passato in alcune riunio- ni dai top management di grandi aziende, che consiste nel tenere riunioni efficaci e senza attriti bypassando pregiudizi ed emozioni, con un metodo che aiuta a sdrammatizzare i momenti di tensione e di incomprensione] ;
  • Gian Piero Quaglino (1996) – Psicodinamica della vita organizzativa – [Libro che svela che al di là di quello che abbiamo sempre creduto, le organizzazioni umane sono il luogo dove ogni individuo porta la sua storia personale, i suoi dolori, le sue nevrosi.] ;
  • Gian Piero Quaglino (2004) –   Avere Leadrship – [storia e classificazione dei più noti stili di leadership] ;
  • Gian Piero Quaglino: Leadership [2005] ed. Cortina. Harward Business Review: vari articoli dedicati al tema della leadership. ;
  • Hyrum Smith (2000):  Quello che conta davvero. Come focalizzare le priorità e centrare gli obiettivi  – Franco Angeli Steven Covey (1998):  Le 7 abitudini delle persone efficaci  – Frano Angeli;
  • Jerry Richardson (2004):   Introduzione alla PNL   – [é un testo introduttivo sulla tecnica del ricalco, ovvero entrare in sintonia con l’altro mediante l’uso consapevole del linguaggio del corpo]  ;
  • John P. Kotter (1995) – Guidare il cambiamento [articolo pubblicato su Harvard business review e precursore del te- sto sopra citato. Esso delinea gli 8 fattori critici di successo nelle aziende] ;
  • John P. Kotter (1996) – Leading Change – Guidare il cambiamento. [diventato ormai un motto di successo, un testo considerato la   bibbia   nelle scuole di leadership]  ;
  • John P. Kotter (1999) – What leaders really do ;
  • LaGassey, G. C. : [2000]. Laying track from the cowcatcher of the bullet train. Paper presented at Project Management Institute Annual Seminars & Symposium, Houston, TX. Newtown Square, PA: Project Management Institute. Su leadership e Project Management ;
  • M. Lindholm, F. Stokholm, L. Previ (2012):  Lego story  – Egea.;
  • Manfred Kets de Vries – Leader, giullari e impostori [1996] – ;
  • Manfred Kets de Vries (1984)   L’organizzazione nevrotica: una diagnosi in profondità dei disturbi e delle patologie del comportamento organizzativo    ;
  • Manfred Kets de Vries (2005)   La mistica della leadership    ;
  • Marco Pacori (2003):   Come interpretare i messaggi del corpo   – [Quello che non diciamo con le parole, lo esprimiamo con il linguaggio del corpo. Testo affiancato da fotografie che ci aiutano a capire esattamente cosa intende l’autore]  ;
  • Mario Perini: Leadership e responsabilità – Relazione per il Convegno di Mito & Realtà  Dimensioni della responsabilità nei curanti e negli ospiti delle Comunità Terapeutiche e delle strutture intermedie  (Milano, 8 novembre 2008). [ pubblicata su academia.edu : https://www.academia.edu/1599767/ LEADERSHIP_E_RESPONSABILITÀ ] ;
  • Maurizio D’Ambra (2004):   Comunicazione e personalità – Come leggere le emozioni ed il carattere di noi stessi e degli altri, per persuadere nella vita sociale e nelle professioni    ;
  • Max DePree (1989) – Leadership is an Art;  ;
  • Otto F. Kernberg (1980) Teoria della relazione oggettuale e clinica psicoanalitica. – [Se mi si consente di riassumere in maniere sintetica ed un po’ brutale (non me ne vogliano gli esperti del settore) la suddetta teoria afferma che il bam- bino nei primi 3 anni della sua vita si confronta con due figure di riferimento, i genitori, che rappresenteranno per il resto della sua vita il modello interiore simbolico di quello che saranno per lui le relazioni future, ovvero di sperimen- tare sentimenti, emozioni ma anche frustrazioni che forniranno i vissuti emotivi di base per mezzo dei quali codificherà ed interpreterà in funzione di essi, ogni relazione futura] ;
  • Robert Dielenschneider [1991],  Power ed influence  – ed. Bompiani con il titolo di  Esercizio del potere e arte della persuasione  ;
  • Robert Pirsig (1981 – ed. italiana)   Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta   – Adelphi Edizioni.  ;
  • Russell D. Archibald (2004):  Project management. La gestione di progetti e programmi complessi  – Franco Angeli.;
  • Russell D. Archibald [2004):  Project management. La gestione di progetti e programmi complessi  – Franco Angeli. ;
  • Siddon S., Nickson D. (2003):  La gestione dei progetti. Guida operativa al project management  – Franco Angeli.;
  • Steven Covey: (1998) Le 7 abitudini delle persone efficaci – [Per essere leader efficaci bisogna prima essere leader di se stessi. Questo libro pone molte domande e ci aiuta a scoprire chi siamo, a meditare su quali sono i valori che stan no alla nostra base, come usiamo il nostro tempo e come il tempo, che é influenzato dai nostri valori può essere tra- sformato da tiranno in mezzo che rende possibile la nostra crescita e la nostra evoluzione] ;
  • Stodgill (1948)   Personal factor associated with leadership; a self-concept theory   Kets de Vries (1993)   Leader, giullari ed impostori   – Cortina ed.  ;
  • Sun-Tsu:  L’arte della guerra  – Edizioni Mediterranee 2002;
  • Valerio Bastianelli – Che fine hanno fatto gli Asburgo? [pubblicato su https://buntekuh.it/storia-societa/che-fine- hanno-fatto-gli-asburgo/ il 22 gennaio 2017] ;

Sulle ricerche più aggiornate sulla leadership é interessante la rivista periodica Harvard Business Review fondata nel 1922 e gestita dalla Harvard Business School, università che é da sempre fucina di manager nonché studi e libri sul- l’argomento business, aziende e leadership. 

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